Lo sai che alcuni tessuti sintetici rilasciano microplastiche invisibili ogni volta che li lavi in lavatrice?

Ludovica Perrone

Settembre 10, 2025

Quando mettiamo i nostri vestiti in lavatrice pensiamo soltanto a farli tornare puliti e profumati, ma dietro un gesto tanto comune si nasconde un impatto ambientale poco conosciuto e molto più grande di quanto immaginiamo. Ogni lavaggio di abiti realizzati con tessuti sintetici come poliestere, nylon, acrilico ed elastan rilascia migliaia di particelle di microplastiche, fibre microscopiche che finiscono nell’acqua e, di conseguenza, nei fiumi, nei mari e persino nei nostri piatti.

Come i vestiti rilasciano microplastiche

I tessuti sintetici sono ottenuti da derivati del petrolio. Questo li rende resistenti, elastici e adatti a produzioni di massa a basso costo. Tuttavia, ogni volta che vengono lavati, l’attrito tra i capi e il movimento della lavatrice provoca il distacco di fibre sottilissime. Queste fibre, con dimensioni inferiori a 5 millimetri, sono appunto le microplastiche. Il problema è che i filtri delle lavatrici e i sistemi di depurazione delle acque non riescono a trattenerle completamente, lasciandole fluire verso l’ambiente esterno.

Secondo alcune ricerche, un singolo ciclo di lavaggio può liberare fino a 700.000 fibre sintetiche, una quantità impressionante se moltiplicata per miliardi di lavaggi domestici che avvengono ogni giorno nel mondo.

Dove finiscono queste particelle

Una volta rilasciate, le microplastiche entrano nel sistema idrico e raggiungono fiumi, laghi e oceani. Qui vengono ingerite da pesci, molluschi e altri organismi marini, accumulandosi lungo la catena alimentare. Alla fine, possono arrivare anche a noi attraverso il consumo di pesce e acqua contaminata. Alcuni studi hanno dimostrato la presenza di microplastiche persino nel sale da cucina, nella birra e nell’acqua in bottiglia.

L’impatto non riguarda solo la salute umana: la presenza massiccia di queste particelle altera gli ecosistemi, danneggia la fauna marina e contribuisce al problema globale dell’inquinamento da plastica.

I rischi per la salute e l’ambiente

Le microplastiche non sono soltanto residui inerti. Contengono additivi chimici e possono assorbire sostanze tossiche presenti nell’ambiente circostante. Quando vengono ingerite dagli organismi marini, possono causare danni fisici e biologici, influenzando la crescita e la riproduzione. Per l’uomo, l’esposizione costante a queste particelle è ancora oggetto di studio, ma gli scienziati sospettano possibili legami con disturbi endocrini, problemi respiratori e infiammazioni.

Il problema, dunque, non è solo estetico o ambientale, ma riguarda anche la nostra salute.

Cosa possiamo fare per ridurre il problema

Nonostante la gravità della situazione, esistono alcune strategie pratiche che possiamo adottare per limitare la dispersione di microplastiche:

  • Lavare meno spesso i capi sintetici, privilegiando cicli brevi e a basse temperature.

  • Utilizzare sacchetti filtranti o sfere cattura-fibre in lavatrice, progettati per trattenere le microplastiche.

  • Scegliere tessuti naturali come cotone, lino, lana o canapa, che non rilasciano fibre plastiche.

  • Installare filtri specifici per lavatrici, in grado di ridurre notevolmente il rilascio di fibre.

  • Preferire vestiti di qualità, più resistenti e meno soggetti a usura e rilascio di fibre.

Un problema globale che richiede soluzioni concrete

La questione delle microplastiche non può essere affrontata solo dai singoli consumatori. È necessaria un’azione congiunta di aziende tessili, produttori di elettrodomestici e istituzioni, per incentivare la ricerca di materiali innovativi, promuovere normative più stringenti e migliorare i sistemi di filtraggio. Alcuni Paesi, come la Francia, hanno già reso obbligatorio l’inserimento di filtri cattura-microplastiche nelle nuove lavatrici a partire dai prossimi anni.

Si tratta di un primo passo, ma la sfida resta enorme: se non cambiamo abitudini e non interveniamo a livello sistemico, il rischio è quello di vivere in un mondo in cui l’acqua, il cibo e persino l’aria saranno inevitabilmente contaminati da queste particelle invisibili.

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